mercoledì 1 aprile 2015

Pino Rucher con Silvestro Catacchio

Pino Rucher alla chitarra 
con il violinista Silvestro Catacchio

Pino Rucher alla chitarra
con il violinista Silvestro Catacchio

“È domenica 27 agosto 1972.
Questo Piccolo Grande Amore” è l’album che ha rivelato la grandezza, acerba e futuribile, della musicalità e della cifra poetica di Claudio Baglioni.
Il lato A inizierà con Piazza del Popolo, cui seguirà Una faccia pulitaBattibeccoCon tutto l’amore che possoChe begli amici!...Mia libertà e si chiuderà con La prima volta.
Sul lato B andranno Quel giornoIo ti prendo come mia sposaCartolina rosaQuesto piccolo grande amorePorta PorteseQuanto ti voglioSembra il primo giorno. La seconda facciata si chiuderà con la versione orchestrale di Con tutto l’amore che posso.
Luciano Brigidi suonerà il basso, Massimo Buzzi la batteria, Silvano Chimenti il banjo e la chitarra, Alvaro Capanni il contrabbasso, Ciro Cicco le percussioni, Franco Carli la chitarra classica, Toto Torquati le tastiere, Alessandro Centofanti le percussioni e Antonio Coggio il pianoforte e il clavicembalo.
Prova d’orchestra
La RCA sforna continuamente dischi di tutti generi, compreso quello classico e non fa una piega quando il ventunenne Baglioni dichiara di voler utilizzare un’orchestra intera. L’elenco degli artisti, già molto nutrito il giorno della prima sessione, diventa lunghissimo: si alterneranno nelle sessioni successive i seguenti strumentisti: Teresa Temperilli all’arpa, Tino Fornai al violino, Adalberto Cerbara al violino e alla viola, Luciano Madami al violino e violoncello, Gerardo Abate, Aurelio Albini, Fernando Baratta, Silvestro Catacchio, Montserrat Cervera, Rolando Cristifani, Eraldo D’Angelo, Sandrino Franceschini, Margherita Gabrici, Paolo Mezzaroma, Guido Mozzato, Marcello Palombi, Alberto Pini e Mario Tucci ai violini, Angelo Gentile, Antonio Miscia, Alessandro Nadin e Luigi Sagrati alle viole.
E poi ancora, Enrico Colonnese, Salvatore De Girolamo, Alberto Francolini, Ilicio Perugia e Vito Vallini ai violoncelli, Cicci Santucci, Giuseppe Cuccaro, Giovanni Culasso, Martino Di Fulvio e Alvise Verzella alle trombe, Giancarlo Becattini, Gennaro Baldino, Franco Vinciguerra ed Ernesto Pumpo ai tromboni, Sal Genovese, Antonio Russo, Giuseppe Taurino ai sax, Temistocle Colloridi, Marianna Gazzani, Nicola Samale ai flauti, Paolo Falco e Domenico Sebastiano al corno, Italo Tagliagambe alla tuba, Roberto Davini e I Cantori Moderni di Alessandroni ai cori.
Si direbbe una super produzione ed invece il tutto avviene in economia. Ma nulla è lasciato al caso: sta per accadere un fatto nuovo, di quelli che fanno la differenza. Ennio Melis, la mente della RCA conosce molto bene Pompeo De Angelis, scrittore, storico e fine documentarista. Collabora da tempo con la RCA, è un osservatore molto attento ed è abilissimo nel sintetizzare e a spiegare fatti e situazioni complicate, sviscerando questioni geopolitiche che vanno dalla Battaglia d’Algeri alla Rivoluzione dei Garofani dei capitani democratici portoghesi.”

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